Anemico Dampyr

di Daniele D'Aquino

 

Dampyr (c) Sergio Bonelli EditoreCosa è successo al nostro Harlan Draka? Da qualche mese la qualità degli albi è nettamente inferiore a quella cui eravamo abituati; le ultime due storie poi, sono davvero bruttine.

Mi riferisco a “Il fiume dell’orrore” (#37) e “La signora della villa bianca” (#38), entrambe scritte da un irriconoscibile Mauro Boselli.

La prima è un calderone trash di “Un tranquillo week-end di paura”, personaggi e situazioni convenzionali, fantascienza di serie B. I disegni di Marco Torricelli non migliorano le cose: troppo discontinui e inoltre la caratterizzazione di Harlan lascia spesso a desiderare.

Il fondo però viene toccato nell’albo successivo, sconclusionato, frettoloso, mal sceneggiato. Mi duole dirlo, ma delude anche la prova di Alessandro Baggi, ben al di sotto delle sue precedenti esperienze dampyriane. I personaggi sono statici, a volte anatomicamente sproporzionati. Si salva qualche primo piano “ritrattistico” e le vignette più oniriche, che meglio si adattano al suo stile visionario. Qualche pecca invece nell’inchiostrazione, suggestiva per quanto riguarda le scenografie naturali, ma legnosa quando applicata alla figura umana.

Senza infamia e senza lode le due copertine di Enea Riboldi, però il suo Harlan ancora non convince del tutto.

Forse gli autori di Dampyr, dopo tutte le critiche lusinghiere, si sono un po’ adagiati sugli allori? Sveglia ragazzi!

Speriamo che questa serie negativa si interrompa al più presto, magari proprio con il prossimo numero, sceneggiato dal poliedrico Diego Cajelli per i disegni del “leddiano” Fabio Bartolini. Un doppio esordio che promette bene.

(22/5/2003)

 

   

 

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