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Hulk: The End

di Stefano Perullo

 

Hulk (c) Marvel ComicsPrima o poi tutto finirà. La terra si inaridirà, i mari si essiccheranno, la vita si estinguerà. La razza umana, vittima della sua stessa follia, si condannerà all’estinzione e sul nostro pianeta non resteranno che insetti, luridi e voraci scarafaggi affamati di qualsiasi cosa il nostro agonizzante pianeta sarà in grado di fornire loro per sfamarli. Eppure un uomo riuscirà a sopravvivere. Un solo uomo continuerà a percorrere le vie del nostro mondo, un uomo solo condannato all’immortalità dalla stessa maledizione che lo aveva reso uno degli esseri più potenti dell’universo. Un uomo solo … il suo nome è Bruce Banner, ma un tempo era conosciuto e temuto dagli uomini come L’INCREDIBILE HULK.

Bruce Banner è costretto a vagare solo assistendo al crepuscolo del nostro mondo, reso immortale dal suo alter ego, pronto ad intervenire ogni qual volta l’ex scienziato si trova in una situazione che rischia di metterne a repentaglio la vita. Dopo anni trascorsi a combattere contro assurdi nemici HULK adesso deve fronteggiare solo sé stesso e la voglia di prevalere sulla sua controparte. Una lunga agonia trasmessa in diretta universale alla stregua di un reality show, con le razze aliene del nostro universo in trepidante attesa  che anche l’ultimo rappresentate di una razza talmente pericolosa da auto-annientarsi, muoia e ponga fine alla minaccia che essa rappresenta per tutte le altre specie di vita dell’universo.

L’ultima battaglia di Hulk non è una battaglia epocale, non lo contrappone ad una delle sue storiche nemesi. L’ultima battaglia del gigante di giada lo vede contrapposto a sé stesso, lo costringe a fare i conti con la sua psiche frammentata. L’uomo, ancora abbarbicato ad un residuo brandello di lucidità, contrapposto al mostro, una stupida bestia in cui prevale solo l’istinto di sopravvivenza e la volontà di prevalere sugli altri.

Inserita nell’anomalo progetto con la quale la MARVEL COMICS si propone di narrare l’ultima avventura di ognuno dei suoi eroi (progetto che nel futuro ci porrà di fronte alla fine di tutti gli eroi della universo Marvel, storia che sarà realizzata da Jim Starlin, vero e proprio specialista delle crisi cosmiche; e LOGAN: THE END attualmente in corso di realizzazione ed impreziosita dalle matite del “nostro” Claudio Castellini), HULK: THE END è un prodotto che ha generato grandi aspettative nei lettori di tutto il mondo grazie alla coppia di autori coinvolti nella realizzazione del progetto. Peter David è stato, infatti, lo scrittore della collana regolare del Gigante Verde per ben 13 anni, regalando ai lettori di tutto il mondo la più bella caratterizzazione del personaggio; Dale Keown, invece, è probabilmente il disegnatore che, nel corso di quei tredici anni, maggiormente ha saputo farsi apprezzare dai appassionati. Purtroppo, come spesso accade quando l’attesa è febbrile, il prodotto nel suo complesso è abbastanza deludente. Peter David scrive una trama tutto sommato piacevole ma non epocale come l’ultima storia di un eroe di tale portata meriterebbe (non dimentichiamo che gli altri autori che in precedenza si erano confrontati con questo filone erano stati Frank Miller con il suo “Il ritorno del Cavaliere oscuro” e Alan Moore con “Cosa è accaduto all’uomo di domani”; entrambe storie che rappresentano delle pietre miliari del fumetto d’oltreoceano). Bisogna sottolineare, però, che nell’opera non mancano gli spunti interessanti: la sottile lotta psicologica tra due acerrimi nemici che non possono confrontarsi sul piano fisico ma che riducono il loro scontro solo ed esclusivamente al piano intellettuale producendo una tremenda lotta di nervi; Particolarmente degno di nota il parallelismo tra Bruce Banner e Prometeo, mentre quest’ultimo si era reso colpevole di aver donato il fuoco all’umanità, e per questo era stato condannato ad atroci sofferenze, Bruce Banner, nell’interpretazione dell’autore, assurge al ruolo di alfiere dell’era atomica, un’era che, nella finzione narrativa, determina la fine della razza umana, fine che condanna lo scienziato alla peggiore delle torture: l’immortalità.

Pur essendo di ottima qualità, anche le matite di Dale Keown sono abbastanza deludenti. Dopo essere stato sedotto dalle redditizie sirene autoproduzione ed essere approdato, verso la metà degli anni ’90, alla IMAGE (per la quale creò un personaggio, The Pitt, in tutto e per tutto simile al Mostro Verde della Marvel), l’autore è diventato molto incostante (prima di abbandonare definitivamente la produzione del suo Pitt ne ha realizzato solo una dozzina di episodi in circa sette anni), vittima della volontà di disegnare con sempre maggior precisione, senza cader vittima delle pressanti scadenze cui i grandi editori sottopongono gli autori, e della volontà di sfondare anche nel campo musicale. Nonostante l’impegno, però, lo stile di Keown appare cambiato, meno preciso nelle anatomie e apparentemente troppo sbrigativo nella realizzazione di alcune tavole. Approssimazione, probabilmente dovuta anche alla mancanza di un inchiostratore davvero in grado di esaltarne le doti (Joe Weems & Livesay riempiono eccessivamente di tratti le matite di Keown, laddove, a mio parere, sarebbe stato necessaria una chinatura morbida e precisa alla Mark Farmer - non a caso inchiostratore dell’originale ciclo di storie di Keown sulle pagine di HULK).

Una tiratina di orecchie, purtroppo, va fatta alla Panini Comics che ha deciso di proporre una edizione italiana in formato radicalmente differente a quello originale (un cartonato alla francese anziché un albo in formato prestige). Pur non volendo sindacare le scelte dell’editore modenese è doveroso sottolineare che si è trattata di una scelta che ha scontentato numerosi fans della nostra penisola, fornendo loro un prodotto più costoso dell’originale che ha richiesto, a causa della co-produzione con la divisione francese ed al rispetto di alcuni standard che questa, naturalmente, richiedeva, anche una “riorganizzazione interna” delle tavole con l’aggiunta di due pagine riempitivo.

 

L’INCREDIBILE HULK: THE END #1

"L’Ultimo Titano"

Scritto da  Peter David

illustrato da Dale Keown

Inchiostrato da Joe Weems & Livesay

Colori di Dan Kemp

Editors: Bobbie Chase & Tom Brevoort

 

(14/7/2003)

 

   

 

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