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X-Treme X-Men: cronaca di un anno x-tremo

di Francesco Farru

 

X-Treme X-Men compie un anno. La notizia di per se non è delle più epocali, dodici mesi di permanenza in edicola non sono certo un gran traguardo, eppure in questi dodici numeri qualcosa da festeggiare c'è.

Innanzitutto c'è da brindare alla (apparente?) stabilità e coerenza editoriale raggiunta dalla Marvel Italia che, con quest'ennesima incarnazione della testata "ombrello" X-Men De Luxe, sembra aver finalmente messo fine al gioco delle "rinumerazioni selvagge" che da sempre aveva afflitto più d’ogni altra questa testata.

Agevolata anche da un certo "depennamento" dei titoli mutanti fatto dalla Marvel USA, Panini ha saputo scegliere per X-treme un sommario di tutto rispetto, eterogeneo quanto basta, facilmente seguibile anche dal neofita, e con una qualità media molto alta. Nelle 96 pagine di questo mensile infatti, oltre al serial di Chris Claremont e Salvador Larocca che da il titolo all'albo, troviamo l'entusiasmante "X-Force" di Peter Milligan e Mike Alred (che da sola vale il prezzo di copertina), gli "Exiles" di Judd Winick e Mike McKone e, a rotazione, varie miniserie e short stories prese dal sottobosco mutante. Partiamo da queste ultime : i primi quattro numeri hanno visto protagonista Ciclope (prima con una piacevole short di Brian Stelfreeze e poi con una mini di Vaughan e Texeira) e Blink (con un omonima mini di Lobdell, Winick e Trevor McCarthy, vero preludio a Exiles). Entrambe le miniserie, sinceramente, erano ben poca cosa, una delusione in particolare la prima, iniziata da Vaughun con un buon episodio ma poi persasi in vuote farneticazioni sulla Terra Selvaggia (e vedremo più avanti quanto questo luogo porti male a tutta la testata) e ben poco aiutata dalle matite di un irriconoscibile Texeira. Narrativamente parlando restano comunque una buona scelta, "Cyclops" per approfondire meglio i cambiamenti dell'attuale Scott Summers "quasi single" e Blink, come già detto, era un indispensabile preludio per Exiles.

Già, perché finalmente, dal numero 6, insieme ad un inutile storiella della Regina Bianca, gli "esiliati" entrano in pianta stabile nel sommario dell'albo. E sono una vera sorpresa . Personalmente, specie dopo aver letto Blink, non mi aspettavo niente di buono, e invece questa serie si è dimostrata molto più di un semplice riempitivo, mixando sapientemente leggerezza, humor e quei paradossi temporali sempre cari ai lettori marvel (specie a quelli "mutanti").

Chiudiamo velocemente il capitolo "miniserie et similia" citando il Nightcrawler di Chris Kipiniak e Mattewh Smith, (sicuramente la migliore e più adulta mini vista su queste pagine), per passare ai due serial principali : X-Treme X-Men e X-Force  Sulla serie di Claremont si è detto tutto e il contrario di tutto: da una parte chi parla entusiasticamente di un ritorno in grande stile di X-Chris ai fasti di un tempo e, dall'altra, chi continua ad etichettarlo come autore finito, o che comunque non regge il confronto con le x-storie di Grant Morrison. Come molto spesso accade in questi casi la verità sta nel mezzo. La qualità di questa sua ennesima gestione degli X-Men sicuramente non si avvicina a quella (indimenticabile) di qualche anno fa (penso ai "tandem" con Byrne, Silvestri, Lee) ma, se si fa eccezione a certe cadute di stile, (come la saga ambientata nella Terra Selvaggia, una delle più brutte storie lette negli ultimi mesi) bisogna riconoscere che X-Chris sa ancora imbastire ottime trame, avvincenti e ricche di personaggi ben delineati psicologicamente. Certo, sono storie classiche, in puro "Marvel Style", ma anche se non hanno i dialoghi incisivi di quelle di un Morrison (e se al contrario spesso risentono della proverbiale prolissità claremontiana) riescono ancora a interessare e coinvolgere (e non nascondo che spesso mi sono anche ritrovato a dire : "Ah, ecco i veri X-Men"). Ma anche su X-Treme non sono tutte rose e fiori : oltre alla saga della Terra Selvaggia c'è da segnalare negativamente l'episodio "muto" (veramente mal gestito, e in questo caso il confronto col piccolo capolavoro che ha ideato Morrison proprio non regge) e la fastidiosa tendenza di Claremont a introdurre sempre nuovi personaggi (dopo i Neo visti nel suo scialbo "primo ritorno" agli X-Men sono arrivati mutanti australiani, nuove razze aliene, e altri catcher creati ex-novo, quasi che X-Chris senta l'impellente necessità di ribadire in ogni modo la sua paternità sull'universo con la X cerchiata). Ultime note negative su X-Treme riguardano la parte grafica, con un Larocca che spesso appare involuto, e soprattutto con una colorazione direttamente sulle matite non sempre convincente, e che spesso finisce per appiattire troppo i disegni privandoli nella necessaria profondità.

Chiudiamo il capitolo X-Men per passare a quello che è davvero il piatto forte della testata, l'osannata X-Force di Peter "Shade" Milligan e Mike "Madman" Alred. Raramente una singola storia vale da sola il "prezzo del biglietto", eppure è questo il caso di questa singolarissima serie. Se sentendo parlare di X-Force vi vengono in mente Cable, i "vecchi" Nuovi Mutanti e le caricaturiali anatomie (e le trame) di Rob Liefeld beh...dimenticatevele!!! Della vecchia formazione di X-Force la nuova infatti mantiene solo il nome, tutto il resto è diverso, radicalmente diverso. Un cambiamento che riguarda non solo la composizione del Team (qui non c'è traccia di Cannonball e soci) ma soprattutto le tematiche e le atmosfere che si respirano, lontane anni luce non solo da quelle della vecchia X-Force ma, più in generale, da quelle di tutto l'universo mutante. In questa X-Force infatti non c'è traccia del sogno di Xavier, non c'è traccia dell'isteria antimutante, non c'è traccia delle tipiche angosce di chi "difende un mondo che li odia". I mutanti di Milligan e Alred al contrario sono delle star, sempre sotto i riflettori, coccolate dai media di un mondo dove ormai essere mutante è diventato  "cool". E da vere star i nuovi componenti di X-Force sono afflitti da tutti i vizi e le virtù dello star system : invidie, intrighi, bugie, colpi bassi e chi più ne ha più ne metta, tutto sapientemente messo in evidenza da uno strepitoso Milligan (ma pubblicare il suo Shade no eh?) e da un Mike Alred che può piacere o non piacere, ma le cui qualità sono indiscutibili : pop art allo stato puro.

Tutto questo è insomma X-Treme X-Men, un mensile, come dicevamo in apertura, dal sommario eterogeneo quanto basta per accontentare ogni palato, da quello degli appassionati delle classiche vicende mutanti a quello di chi ricerca nei comics originalità ed inediti spunti narrativi. Consigliatissimo insomma. E, anche per questo, buon compleanno X-treme x-men. E mille di questi anni x-tremi.

 

(17/6/2003)

 

Special thanks alla redazione di elektra.too.it,

che ci ha concesso di presentare questo articolo

originariamente pubblicato sulla loro rivista.

 

   

 

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