Ultimate Spider-Man

di Andrea Gagliardi

 

(c) Marvel ComicsL’Uomo Ragno si è imposto, sin dalle sue prime apparizioni, come il personaggio più carismatico e rappresentativo dell’universo Marvel.

Ogni cambiamento, sia di tipo stilistico/narrativo che editoriale avvenuto all’interno della “Casa delle Idee”, ha, infatti, sempre procurato delle forti ripercussioni sulle testate dell’Arrampicamuri. E’ logico, quindi, che anche l’esperimento Ultimate abbia avuto come suo primo protagonista l’alter ego di Peter Parker.

Ultimate Spider Man (d’ora in poi USM), così come tutta la linea Ultimate, nasce come tentativo di dare una soluzione all’annoso problema dell’emorragia di lettori che affligge l’editoria a fumetti negli Stati Uniti. In realtà è un problema dell’editoria mondiale in genere la mancanza di lettori giovani, (indirizzati perlopiù verso altre fonti di intrattenimento alternative), colpisce in particolar modo gli editori dei Supereroi che hanno nei teen-ager la loro maggior fonte di guadagno.

Joe Quesada (editor in capo della Marvel) ed i suoi collaboratori sembrano aver capito che il problema risiede nell’età, sia editoriale che anagrafica, dei loro personaggi. L’Uomo Ragno ha quarant’anni di storie sulle spalle e questo crea non poche difficoltà a chi volesse avvicinarsi al personaggio: troppi riferimenti ad eventi passati… troppa continuity. Lo stesso Peter Parker, inoltre, non è più un ragazzino ma un adulto e, come tale, non si presta più al fondamentale processo di identificazione con il suo “lettore tipo” (il teen-ager).

Per ovviare ai suddetti problemi si è pensato quindi di creare una nuova testata (USM per l’appunto) che ricominciasse da capo la storia dell’Uomo Ragno. Vediamo quindi rinarrate, ed attualizzate al terzo millennio, le origini del Tessiragnatele ed i suoi primi scontri con la malavita, le sue prime esperienze sentimentali e così via.

(c) Marvel ComicsAldilà della qualità intrinseca delle storie, nella creazione delle quali gli autori hanno goduto di una libertà creativa quasi assoluta, c’è da registrare un fatto: non é cambiato sostanzialmente il modo di fare i fumetti supereroistici. Ad un anno e mezzo dalla sua nascita non mostra grandi differenze con le altre testate ragnesche (se non nell’età del protagonista): il lettore occasionale si trova nuovamente a confrontarsi con un personaggio “difficile”, padrone di una storia alle spalle, che seppur breve, pone varie difficoltà nel destreggiarsi. Anche sotto un punto di vista “promozionale” USM non è stato un esperimento riuscitissimo: sebbene la serie si sia assestata su buoni livelli di vendite non si può dire che abbia portato “orde” di nuovi lettori alla Marvel. Probabilmente, in tal senso, sarebbe stato più proficuo attendere l’uscita nelle sale del film di Sam Raimi, in modo da sfruttarne appieno l’effetto commerciale.

Nonostante la buona qualità delle storie e dei disegni, quindi, non riesco a prevedere per la linea Ultimate un epilogo diverso da quello del “New Universe” e del “2099” (come dite? Non ve li ricordate? Chissà come mai…)

(3/06/2002)

 

Questo articolo è stato originariamente presentato sul numero datato Aprile 2002 di "Dimensione Fumetto" ed è pubblicato col consenso dell'autore e dei responsabili della rivista.

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