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La Dottrina vol.1

di Daniele D'Aquino

 

Immaginate un regime totalitario, in cui l’identità individuale è negata e il cittadino esiste unicamente in funzione del suo lavoro.

Immaginate una società dove ognuno è continuamente spiato e controllato, dove non siete voi a decidere a che ora andare a dormire o svegliarvi, dove gli oppositori vengono giustiziati in piazza di fronte a bambini festanti.

Immaginate una società in cui l’ordine è garantito da una polizia repressiva e violenta, in cui le persone vivono in angusti cubicoli tutti uguali all’interno di enormi condomini, in cui ci si sposta solamente a piedi o a bordo dei Torpedoni.

Immaginate una società in cui è proibito immaginare.

E’ questo l’inquietante scenario in cui è ambientato “La Dottrina”, romanzo a fumetti in 4 volumi, edito dalla Magic Press. Gli autori sono gli stessi dell’apprezzato Giulio Maraviglia: Alessandro Bilotta alla macchina da scrivere e Carmine di Giandomenico ai pennelli.

Ho acquistato il primo volume della miniserie (brossurato, 56 pp. a colori, € 8, uscito nell’Ottobre 2002), spinto dall’intelligente battage pubblicitario, che ha puntato soprattutto sulle potenzialità di un mezzo meraviglioso come Internet (a proposito, vi consiglio di fare un salto su www.ladottrina.com)

Da tempo si vociferava di questo progetto, avvolto sempre da un’aura di reticenza e segretezza. Si parlava di compensi da capogiro per gli autori, di iniziative parallele nel campo della televisione, trapelava qualche anticipazione sull’intreccio. Ora finalmente la parola è lasciata al fumetto.

Sulla Rete ho letto qua e là critiche e commenti, in cui si liquida “La Dottrina” come una versione moderna dell’orwelliano “1984”, con il Nocchiere al posto del Grande Fratello. In realtà ci si accorge ben presto che le due opere hanno ben poco in comune ed insistere su questa somiglianza risulta fuorviante, nonché svilente nei confronti dei due nostri fumettisti.

Sì, perché “La dottrina” è molto meglio di “1984” (romanzo di cui tutti si riempiono la bocca ma che in pochi hanno realmente letto).

So che avendo visionato solo un quarto dell’opera completa è un po’ presto per esprimere un giudizio, però l’impressione iniziale è più che positiva, anzi, ad essere sinceri, “La Dottrina” mi ha proprio entusiasmato e conquistato.

Perché è un progetto ambizioso, perché ha dei contenuti, perché è realizzato ottimamente, perché fa riflettere.

Già dal primo volume ci vengono presentati tutti i personaggi principali, insieme alla trama portante (chi si nasconde dietro il fantomatico “La Smorfia”?) e alle varie avvincenti sottotrame, che s’intrecciano e si collegano costituendo un solidissimo impianto narrativo. Leggete attentamente ogni vignetta e scoprirete una fitta ragnatela di particolari correlati tra loro e continui legami tra le situazioni, che vi faranno venire voglia di conoscerne immediatamente gli sviluppi.

La storia presenta numerose idee originali e interessanti: oltre a quelle citate in apertura, mi hanno colpito molto l’interscambiabilità dei membri familiari (?!) e la sostituzione delle lettere con i numeri. Questa assenza della parola scritta si riflette anche nel fumetto e infatti al posto delle consuete onomatopee (CRACK, TUMP, CRASH…), troviamo solo delle cifre. Ad esempio l’effetto sonoro di un calcio è 5, quello di un piede in una pozzanghera è 48.

Non so se si tratti di un espediente inedito, comunque secondo me è geniale! 

Questa soluzione tecnica rientra nell’influenza futuristica che sembra permeare l’intero progetto, a partire dalla veste grafica, curata ed elegante, che si rifà all’iconografia fascista. L’influsso del movimento creato da Marinetti si evidenzia soprattutto nella “Terapia Perelà”, il curioso intermezzo tra i due capitoli di questo primo volume, che si ispira chiaramente a “Il codice di Perelà” di Aldo Palazzeschi, una favola surreale sulla società, il potere e la religione.

Anche i disegni richiamano alla memoria esponenti dell’arte figurativa di quel periodo storico, da Boccioni a De Chirico. Già, i disegni. Strepitosi. Di Giandomenico si conferma un artista eclettico, dal tratto accattivante, espressivo, dinamico, con un grande gusto nella composizione della tavola.

Forse alcune vignette più concitate risultano meno leggibili, ma è un peccato veniale. Ciò che conta è la simbiosi tra testi e immagini, la colorazione accurata, la bravura nel raccontare.

Da tempo non mi capitava di leggere un fumetto così stimolante e intenso.

“La Dottrina” è un viaggio straniante che coinvolge (stravolge) il senso di realtà e ci porta ad analizzare le meccaniche che governano il modo di pensare e di agire in relazione al contesto.

Se il livello qualitativo dei prossimi tre volumi rimarrà così elevato ci ritroveremo tra le mani un capolavoro da custodire gelosamente nella nostra biblioteca.

Ah, dimenticavo: aderite spontaneamente.

(2/12/2002)

 

   

 

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