Capitan Patchwork

di Daniele D'Aquino

 

Il rapporto tra letteratura e fumetto ha radici molto lontane, (pensiamo alle riduzione dei romanzi ottocenteschi di Dino Battaglia o a “L’isola del tesoro” rivisitata da Hugo Pratt) ma negli ultimi anni le contaminazioni tra le due arti si sono fatte sempre più frequenti: scrittori che diventano sceneggiatori, sceneggiatori che scrivono romanzi e soprattutto opere letterarie tradotte in vignette.

Il fenomeno delle riduzioni a fumetti è ormai dilagante, dettato vuoi da ragioni commerciali vuoi da una carenza creativa dei nostri artisti vuoi da una sorta di tributo al proprio autore prediletto.

L’ultimo treno” di Carlotto e Palumbo, “Fa un po’ male” di Ammaniti, Brolli e Fabbri, “Arrivederci amore, ciao” di Carlotto, Crovi e Mutti, “Coliandro” di Lucarelli e Catacchio,  le raccolte “I vizi di Pinketts” e “Alta criminalità” sono alcuni tra i frutti di quelle contaminazioni.

A questi si aggiunge “Capitan Patchwork”, apparso su Skorpio in due puntate, il 2 e il 9 marzo (numeri 9 e 10) e pubblicato originariamente in Francia nel 2002 dalle edizioni Nucléa.

Fotografia di Stefano BenniTratta da “Terra”, primo romanzo di Stefano Benni, la storia è incentrata sulla figura di Quijote Patchwork, un capitano Achab del futuro che guida l’astronave Grampus alla caccia di balene testadiferro (“le grandi meteoriti che nuotavano nel quadrante spaziale del mare universale”, da cui si ricavano preziosi minerali) e che vive ossessionato dalla cattura di un’enorme e pregiata meteorite bianca.

Disegni e sceneggiatura (quest’ultima in stretta collaborazione con lo scrittore bolognese) sono di Spartaco Ripa, artista dalla ventennale carriera visto all’opera soprattutto su “Il Giornalino” e sui settimanali dell’Eura, in particolare su Skorpio, dove ha realizzato molti degli episodi di “Trapassati Inc.”, lo spin-off settimanale di John Doe.

Ripa si mantiene molto fedele al romanzo, seguendo in modo pedissequo la trama e trascrivendone spesso dialoghi e descrizioni. Nonostante ciò riesce comunque ad evitare l’effetto racconto illustrato che spesso affligge questo tipo di trasposizioni, grazie ad un uso ponderato delle didascalie.

Anche dal punto di vista grafico Ripa svolge un buon lavoro. Il suo tratto sintetico, un po’ alla Alessandrini, si sposa bene con la colorazione a mano, che rivela il passato da pittore. Il risultato sono tavole calde e suggestive, rappresentazione perfetta di uno dei tanti fantastici universi narrativi creati da uno dei più grandi scrittori italiani.

 

Capitan Patchwork, 46 pp. a colori, Eura Editoriale, Marzo 2006

 

Capitan Patchwork ™ & © Benni & Ripa

 

(30/4/2006)

 

   

 

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