Bonelli e Internet

di Daniele D'Aquino 

 

(c) Sergio Bonelli EditoreTra i grandi editori Sergio Bonelli è stato uno degli ultimi ad accorgersi delle potenzialità della Rete e se escludiamo il sito di Martin Mystère e i vari siti non ufficiali, già attivi da anni, il vero e proprio ingresso della SBE in Internet risale solo a pochi mesi fa.

Come mai questo ritardo? Idiosincrasia verso le nuove tecnologie? Paura di una virtualizzazione del fumetto? Chissà. Comunque ora tutti i navigatori bonelliani possono contare su un sito davvero ben realizzato, ricco di notizie, anticipazioni e immagini.

Manca però ancora qualcosa. Possibile che per comunicare con sceneggiatori o disegnatori, per soddisfare qualche curiosità personale e per esprimere le sue critiche, il lettore debba ancora prendere carta penna e calamaio e spedire una lettera a Via Buonarroti 38, aspettando mesi per una risposta (in cui c’è una premessa del tipo: “Scusami per il grande ritardo con cui ti rispondo ma come potrai immaginare qui in redazione arrivano vagonate di posta ogni giorno e, prima di riuscire a scrivere a tutti, passa diverso tempo”)?

Perché non affiancare alla cara vecchia posta ordinaria, la più moderna e veloce posta elettronica, come ad esempio fa da anni Ade Capone con il suo Lazarus Ledd?

Ormai anche le trattorie hanno una propria e-mail ed è impensabile che un colosso come la Bonelli ne sia priva.

Si tratta di una scelta ideologica del  buon Sergio, che si erge a romantico baluardo in difesa delle missive cartacee, oppure è una precisa scelta editoriale che nasce da motivi a noi ignoti? Si vuole forse evitare una valanga di e-mail, quasi che l’affidare le proprie domande alle Poste Italiane costituisca un deterrente?

L’uso della posta elettronica sarebbe sicuramente più economico, più ecologico e renderebbe ancora più diretto e immediato il rapporto tra autori e lettori, rapporto che è sempre stato uno dei punti fermi della politica della SBE.

Ed allora a quando un indirizzo del tipo dylandog@sergiobonellieditore.it?

Attendiamo speranzosi!

(17/12/2001)

 

   

 

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