Sedicesimo gigante per Dylan Dog

di Daniele D'Aquino

 

Dylan Dog ™ & © Sergio Bonelli EditoreDopo sette anni l’Albo Gigante torna alla vecchia formula a più episodi. Finalmente, aggiungerei, visto che nessuno dei “Dylandogoni” a racconto unico ha fatto gridare al capolavoro.

Questo ritorno alle origini ci propone quattro storie, due lunghe di 94 pagine, alternate con due brevi di 24.

Si comincia con “L’assedio di Sand Manor”, di Marzano e Freghieri. Il soggetto è interessante: un celebre demonologo ridotto in fin di vita dal cancro, assolda Dylan e altri esperti del paranormale per evitare che, quando morirà, la sua anima possa cadere nelle mani degli stessi demoni che ha sempre combattuto.

Purtroppo lo script si rivela davvero scialbo, infarcito di situazioni e personaggi stereotipati.

Imperdonabile inoltre l’espediente del chiarimento finale del villain di turno (“Visto che ci tenete, che ne dite di qualche spiegazione, prima che vi uccida?”).

Disegni di ordinaria amministrazione per Freghieri.

Cuore di zombie” segna l’esordio di Alessandro Bilotta su Dylan Dog. Lo sceneggiatore romano rielabora in chiave romantica il tema dei morti viventi e, seppure l’Indagatore dell’Incubo sia solo una figura marginale all’interno della trama, il risultato finale è una storia ben riuscita, toccante e poetica. Molto buona la prova ai pennelli di Daniele Bigliardo.

Si prosegue con “Il dogma”, gradito ritorno di Paola Barbato, i cui impegni extrafumettistici (secondo romanzo e un telefilm per Sky) stanno rendendo sempre più sporadiche le sue apparizioni sulla testata. Il film “Linea mortale”, diretto nel 1990 da Joel Schumacher, è lo spunto utilizzato per stravolgere il comportamento di Dylan e catapultarlo in situazioni inspiegabili (sbornie, amnesie, svenimenti, abbuffate carnivore), che danno vita a una vicenda piacevole, ottimamente sceneggiata e ricca d’ironia (cosa rara per la Barbato). Convincente lo stile sempre più umoristico di Giampiero Casertano, in particolare per quanto riguarda l’espressività dei personaggi.

Chiude l’albo “Febbre di ghiaccio”, storia lirica, sentimentale e un po’ retorica scritta da Bruno Enna per i disegni dell’esordiente Antonio De Luca, autore di una prova decisamente positiva.  

Per finire, qualche considerazione sulla natura dell’Albo Gigante.

Un volume del genere dovrebbe differenziarsi dal resto della produzione e proporre qualcosa di realmente speciale. Ben vengano quindi gli episodi brevi, reintrodotti a partire da questo numero.

Ma c’è un altro aspetto che andrebbe sfruttato. Il formato.

Le storie pubblicate qui sopra spesso non sono pensate appositamente per il Dylandogone e quindi si viene a perdere il valore aggiunto dato dalle dimensioni maggiori dell’albo. Sarebbe opportuno realizzare in futuro storie con disegni più dettagliati e spettacolari, che approfittino del formato extra-large, affidati magari a guest star come avviene per il Texone. Chiedo troppo?

 

“Dylan Dog Albo Gigante #16” di AA.VV., 240 pp. in b/n, brossurato, nov. 2007, € 5.80, Sergio Bonelli Editore

 

Dylan Dog ™ & © Sergio Bonelli Editore

 

(26/04/2008)

 

   

 

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