Texone #18: "Ombre nella notte"

di Daniele D'Aquino

Tex (c) Sergio Bonelli Editore“Albo speciale” c’è scritto in copertina, ma di speciale questo albo ha proprio poco, a cominciare dai disegni, che invece dovrebbero essere proprio la sua principale peculiarità. Il Texone è nato infatti per ospitare grandi artisti italiani e internazionali che mai si erano cimentati con Aquila della Notte.

Su queste pagine sono passati Magnus, Bernet, Milazzo, tanto per fare qualche nome illustre. La nuova tendenza è quella di pescare i disegnatori all’interno della casa editrice; d’altronde, come spiega lo stesso Bonelli nell’introduzione, per un illustratore non abituato al fumetto seriale, 224 pagine costituiscono un impegno gravosissimo. Così due anni fa è toccato a Brindisi, al lavoro ci sono Ambrosini, Mastantuono, Filippucci e quest’anno l’onore è spettato a Roberto De Angelis.

Le prime tavole (scene della diligenze e della locanda) fanno ben sperare: inquadrature cinematografiche, vignette curatissime, recitazione dei personaggi convincente. Poi, a poco a poco, De Angelis si dimentica di essere uno dei più bravi disegnatori italiani, e trasforma il suo stile incisivo in uno completamente anonimo e piatto. Ma la cosa che lascia più interdetti è la sua interpretazione di Tex; le possibilità sono due: o De Angelis lo disegna volutamente come Ticci, oppure Ticci ne ha ritoccato in molte vignette il volto.

La seconda ipotesi sembra più probabile (in molti casi si nota proprio una discontinuità di tratto) e penso sia utile spendere due parole su questa assurda abitudine bonelliana. Se si sceglie un disegnatore per una determinata storia, si deve accettare il suo stile, tout court, anche se alcune soluzioni grafiche adottate o la rappresentazione dei personaggi si allontanano dai canoni della serie. Quindi, che senso ha chiamare De Angelis e poi ritrovarsi un Tex alla Ticci? A meno che non sia stato DeAngelis a chiedere espressamente un aiuto nella caratterizzazione del Ranger, ma ciò mi sembra improbabile: disegnare il Texone è un grande privilegio, capita una sola volta nella vita e nessun artista tollera di veder “contaminate” le proprie tavole.

Per quanto riguarda la trama, anche qui non c’è da essere felici. L’albo si inserisce nel filone horror-fantastico che ci ha regalato personaggi storici come Mefisto e il Diablero, ma gli uomini-scimmia di questa avventura non rimarranno altrettanto impressi nella memoria dei lettori.

L’intreccio scorre sui binari della prevedibilità, senza un guizzo nella sceneggiatura e senza colpi di scena degni di questo nome. L’albo è un’ulteriore conferma dell’inerzia narrativa che ormai muove la penna del povero Nizzi, da anni oberato dal peso di un personaggio che non si può gestire da soli e che porta inevitabilmente ad un inaridimento delle idee e ad una ripetitività delle situazioni.

Speriamo che le incursioni texiane di altri autori (Boselli in primis) si facciano sempre più frequenti: ne gioverà la serie e lo stesso Nizzi.

Albo Speciale #18, “Ombre nella notte”

Brossurato, 240 pp. in b & n, € 5.20, Sergio Bonelli Editore

 

(21/7/2004)

 

   

 

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