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        Gea
        #8: "Dove scorre l'acqua" 
        di
 Daniele D'Aquino 
          
          
        Ma
        quanto è bravo Enoch. 
        Questa è la prima cosa che ho pensato quando ho finito di leggere
        l'ottavo numero di Gea, "Dove scorre l'acqua"
        (132 pp., b/n, € 2.50). 
        Resta un mistero come faccia l'artista milanese a scrivere e disegnare 250
        tavole l'anno mantenendosi su tali elevatissimi livelli qualitativi. 
        E inoltre, come se non fosse totalmente assorbito dalla sua creatura,
        Enoch ha trovato anche il tempo di realizzare i testi di "Morgana",
        miniserie fantasy illustrata da Mario Alberti, pubblicata in
        Francia dalla Humanoides Associés. 
        Chapeau. 
        Ma passiamo alla storia di questo mese, mix di ambientalismo e mitologia
        greca: una quercia centenaria sta per essere abbattuta per consentire la
        costruzione di una bretella stradale, scatenando le ire degli ecologisti
        (capitanati da Sigfrido) che cercano di bloccare i lavori. 
        Nessuno sapeva però che il luogo dove sorge l'albero era un tempo
        abitato dalle Ninfe e che la quercia non è altro che un sigillo tra il
        nostro e il loro mondo. 
        Gli scavi hanno riportato alla luce una sorgente d'acqua dolce che
        costituisce un passaggio tra i due piani di esistenza, consentendo alle
        Naiadi, le ninfe dell'acqua, di spostarsi lungo le condutture
        dell'acquedotto e seminare morte per la città. 
        Ovviamente toccherà a Gea, in qualità di Baluardo, cercare di farle
        ritornare nel loro mondo… 
        La formula è la stessa collaudata nei numeri precedenti, ovvero unire
        divertimento e impegno sociale, condendo il tutto con riferimenti più o
        meno polemici all'attualità (in questo episodio non è difficile
        leggere tra le righe una critica ai metodi usati dalla polizia durante
        le manifestazioni dei no-global). 
        E il meccanismo funziona alla grande. 
        La sceneggiatura è vivace, straripante, ricca di personaggi. 
        Lo spazio dedicato alla continuity è ridotto a due brevi intermezzi, in
        cui Ardat-Lili viene strigliata dalle altre due sorelle della Triade
        Oscura per essersi fatta uccidere l'Esarca; il resto dell'albo è un
        susseguirsi di gag e azione senza una minima caduta di ritmo. 
        Da evidenziare l'erotismo che permea l'intero albo: quello più ironico
        e diretto tra Gea e Leo e quello più sofferto e poetico tra il pittore
        e l'Amadriade. 
        I disegni poi sono straordinari. Tutti ormai conosciamo il suo
        talento grafico, ma stavolta Enoch si è superato; le tavole sono
        incredibilmente dettagliate, leggibili, belle da ammirare. 
        L'elaborazione al computer, parte integrante del suo stile, non è mai
        invadente e rende il tratto ancora più piacevole e realistico. 
        L'albo conferma quanto sia speciale l'eroina creata da Enoch
        all'interno del panorama bonelliano. In quale altra testata possiamo
        vedere scene come quelle tra Gea e Leo, con riferimenti sessuali così
        espliciti? Dove troviamo altrove dialoghi così brillanti e una simile
        freschezza narrativa? Peccato che per leggerne un'altra avventura
        dovremo aspettare fino al 10 giugno. Ma sono sicuro che l'attesa sarà
        ampiamente ripagata. 
      
      (7/1/2003) 
  
  
      
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