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L'affascinante Dampyr

di Daniele D'Aquino 

 

Dampyr (c) Sergio Bonelli EditoreDampyr #28 e 29, "La banda dei morti viventi" e "Arizona killers"

 

Dopo la parentesi storica de "I lupi mannari", scritto da un ispirato Boselli e illustrato splendidamente da un Majo in gran forma, nei mesi di luglio e agosto si ritorna ai giorni nostri con una doppia avventura di ambientazione western. Harlan e soci si trovano infatti in trasferta in Arizona sulle tracce del Maestro della Notte Ixtlàn, ma tra le aride terre della Frontiera non s'imbatteranno in nessun vampiro, bensì negli spettri incarnati di sei cacciatori di scalpi morti più di un secolo prima. Penso sia importante sottolineare il grande sforzo creativo di Boselli e Colombo per variare luoghi, situazioni e nemici, evitando così una fastidiosa standardizzazione degli intrecci. In questo modo la serie non si riduce ad una semplice caccia ai non-morti (che rimane comunque il leit-motiv della testata), ma affronta in modo brillante anche tutte le altre tematiche horror. Fine della digressione e torniamo alla doppia storia estiva (la prima parte sceneggiata in coppia, la seconda dal solo Boselli), piacevole anche se un po' stiracchiata, tradotta in immagini dal tratto classico e dinamico dello zagoriano Dotti, a suo agio tra cavalli, pistoleri, indiani e scenari del West. Neri ben distribuiti, inquadrature sempre efficaci e spettacolari, padronanza della mimica facciale, grande leggibilità delle tavole…cosa chiedere di più ad un disegnatore? Da segnalare inoltre alcune belle tavole realizzate a mezzatinta e una simpatica interpretazione di Harlan in versione duro/bel tenebroso, con occhiali da sole, barba incolta e sigaretta che pende dalle labbra. Non si era mai visto un Dampyr così affascinante!

 

(12/11/2002)

 

   

 

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