TEXONE #16

di Daniele D’Aquino

 

(c) Sergio Bonelli EditoreChe estate per i lettori di Tex! Prima il policromo n. 500, dopo un mese l’inizio della lunga saga che vede l’atteso ritorno del sulfureo Mefisto, e tra questi due eventi ecco il sedicesimo Texone.

Come è consuetudine della collana, anche quest’anno i disegni sono stati affidati ad un ospite d’onore e dopo la parentesi straniera rappresentata dalle matite di Colin Wilson e Joe Kubert, si è tornati a scegliere una guest star italiana, il dylandoghiano Bruno Brindisi. L’autore salernitano ha premiato la fiducia riposta in lui da Sergio Bonelli, regalandoci una prova semplicemente magistrale, che non sfigura affatto accanto alle opere dei suoi illustri predecessori.

La maturità stilistica raggiunta gli consente di unire felicemente modernità e tradizione, dimostrando così tutta la versatilità e l’efficacia del suo tratto. Una volta finito di leggere l’albo, l’ho sfogliato ancora a lungo, ammirando in ogni singola tavola la cura per il dettaglio, la convincente recitazione dei personaggi, la stupenda rappresentazione degli ampi scenari del west. E il grande formato ci fa apprezzare ancora di più la sua bravura.

Molto riuscita anche l’interpretazione di Aquila della Notte e dei suoi pards. Il Tex di Brindisi è volitivo, giovane, energico. Singolare la fisionomia di Kit Willer, che in alcune vignette è simile a quella di Dylan Dog; se al posto di casacca, pantaloni e cinturone vi immaginate Piccolo Falco in blazer, bluejeans e camicia, sarebbe difficile distinguerlo dall’indagatore dell’incubo. Che sia un omaggio di Brindisi al personaggio che l’ha fatto conoscere al grande pubblico?

Un plauso se lo merita anche Nizzi, che con mano ferma dirige una bella avventura, condendola con un pizzico di ironia.

Un Texone da incorniciare.

(9/07/2002)

 

   

 

www.amazingcomics.it