Dylan Dog #189: "Il prezzo della morte"

di Daniele D’Aquino

 

(c) Sergio Bonelli EditorePaola Barbato, oltre ad essere l’unica donna dello staff dylandoghiano, è soprattutto l’unica sceneggiatrice che riesce a colmare il vuoto lasciato da papà Sclavi.

Le sue storie sono sempre particolari, sofisticate, mai schematiche, ricche di idee, situazioni e intrecci. Lo è anche la storia di questo mese, uno dei numeri dell’indagatore dell’incubo più belli degli ultimi tempi.

Attorno ad una trama geniale, la Barbato costruisce una sceneggiatura che, nonostante qualche forzatura e incongruenza, non può lasciare indifferenti. Tutto sembra finire dopo una cinquantina di tavole, con la cattura del solito serial killer. Fin qui niente di nuovo, di albi simili ne abbiamo visti tanti. Ma nelle quaranta pagine rimanenti allora cosa c’è?

Lentamente assistiamo all’emergere della verità, straniante, incredibile. Dylan diventa l’ingranaggio di un meccanismo ineluttabile, l’involontaria pedina di un perverso gioco che ha per protagonisti dei moderni Mattia Pascal.

E alla fine tutti hanno ottenuto ciò che volevano, tranne Dylan, che assiste impotente all’orrore che lo circonda.

I disegni di Freghieri contribuiscono a mantenere altissima la qualità di questo episodio. Il suo stile è sempre più essenziale, con un’inchiostrazione quasi approssimativa, fatta di rapidi tratteggi. All’abilità di rappresentare stupendi effetti di  luce (non a caso è anche un appassionato di fotografia), Freghieri unisce la bravura nel catturare ogni espressione e il risultato finale sono delle tavole che sanno raccontare con grande forza evocativa.

In poche parole: un albo davvero riuscito, un piccolo capolavoro.

(5/06/2002)

 

   

 

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