Magico Vento #20: "Minuti contati"

di Daniele D’Aquino

 

(c) Sergio Bonelli EditoreUn’austera comunità svizzera in territorio Sioux, un omicidio misterioso, un’invenzione destinata ad entrare prepotentemente nelle nostre vite: questi gli ingredienti di un albo dalle tinte gialle che si colloca fuori dalla continuity (anche se è presente la sottotrama del ponte ferroviario sul Missouri).

Manfredi dirige con la consueta abilità narrativa tutti i personaggi dell’episodio;  l’umanità che ci presenta non è mai piatta, stereotipata ma è caratterizzata con uno spessore psicologico che la rende incredibilmente realistica.

Guardate ad esempio il barista o il profittatore: sembrano quasi uscire dalla pagina per la loro tridimensionalità nei dialoghi e nel modo di agire.

La storia è abbastanza lineare, soprattutto rispetto agli ingarbugliati numeri precedenti, e scorre senza intoppi, come il meccanismo di un orologio (è proprio il caso di dirlo, visto che il tempo e la sua misurazione sono il leit-motiv di questo albo).

Ai pennelli troviamo una coppia inedita, il veterano Giuseppe Barbati e la new entry Maurizio Di Vincenzo, autori di una prova convincente.

Molto riuscita l’interpretazione di Ned e Poe, e in generale i loro disegni valorizzano  con grande efficacia la robusta sceneggiatura di Manfredi.

Questo numero quindi conferma lo stato di grazia della serie, che in quasi un lustro di vita non ha mai sofferto momenti di stanchezza. E il prossimo mese Magico Vento spegnerà le cinque candeline con il ritorno di un certo generale Custer…mi sa proprio che sarà un compleanno piuttosto movimentato!

(30/05/2002)

 

   

 

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