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L'Universo Ultimate

e quella insopprimibile voglia di ripartire da zero

di Francesco Farru

 

In principio era il clone. No, non stiamo parlando della pecora Dolly, ma più semplicemente del famoso (o famigerato) clone dell'Uomo Ragno. Nessuno di noi ha dimenticato la lunga saga che portò il nostro caro Peter Parker a confrontarsi con Ben Reilly, suo clone convinto di essere il vero e originale "arrampicamuri" ma cosa c'entra tutto questo con l'universo Ultimate? Molto, molto più di quanto possa sembrare a prima vista.

La saga del clone infatti (così come il "Chapter One" di John Byrne e sopratutto Heroes Reborn) erano tutti tentativi di "svecchiare" i personaggi . Per una ragione o per l'altra i vertici di della Casa delle Idee erano (e sono!) convinti che i 40 anni di continuity sulle spalle dei suoi personaggi costituiscano un "peso", un insidia mal digeribile dai nuovi lettori. Ed è proprio per questo che , ai tempi della saga del clone, si tentò di "sostituire" il "nostro" uomo ragno, il "nostro" Peter Parker con un clone che - narrativamente parlando - riportasse indietro le storie al periodo diciamo più classico, del Peter non sposato, fotografo free lance, che appende la macchina fotografica alla ragnatela e poi si sorbisce le sfuriate di J.J.Jameson.Questo era quello che era nelle intenzioni originali degli autori ma poi, a furor di popolo, non se ne fece nulla : il clone rimase un clone e il Peter sposato e passato attraverso a mille avventure rimase il solo, unico e amichevole uomo ragno di quartiere. Ma le intenzioni di svecchiare il personaggio (anzi , tutti i personaggi della scuderia marvel ) rimanevano. Arrivarono così il già citato Chapter One di John Byrne (le origini di Spidey riviste e corrette) e la saga Heroes Reborn (tutti i principali eroi Marvel confinati in un universo alternativo a rivivere i loro esordi secondo la personale visione degli Image Studios di Jim Lee & Rob Liefeld). La Marvel aveva insomma capito che, se lo zoccolo duro dei suoi fans era contrario a drastiche rivoluzioni o azzeramenti in stile Crisis, si poteva comunque fare qualcosa per attirare nuovi lettori non intaccando la continuity classica (e non suscitando così le ire dei fans di vecchia data). Inizia così lentamente a farsi strada l'idea di un universo fumettistico totalmente "altro", completamente slegato dalla (secondo loro) tediosa continuity marvelliana.

Nasce insomma il cosiddetto ULTIMATE UNIVERSE. Nell'ordine Spider-Man, X-Men, Avengers, Devil e ora anche la nostra Elektra vengono "ultimatizzati". Ne viene cioè fornita una versione che, perlomeno nelle idee di "mamma marvel", dovrebbe essere più "cool", più al passo coi tempi e, soprattutto, più appetibile per un pubblico giovane e "ignorante" in materia di continuity (non per niente la linea ultimate, al contrario della grande maggioranza degli albi marvel, viene distribuita anche nei supermercati USA). Fin da subito l'idea si dimostra vincente dal punto di vista commerciale : infatti, se le vendite degli albi di Heroes Reborn erano state ottime (contribuendo a rilanciare testate storiche un po stagnanti) quelle dei comics ultimate sono un vero e proprio successo, sicuramente il più grande caso commerciale del fumetto americano in questi ultimi anni di crisi. Sottolineare l'abbondanza delle vendite comunque non è il tema di questo articolo; quello che più mi interessa è mettere a fuoco le motivazioni di fondo della "scelta ultimate".  E queste motivazioni sono sempre quelle che stavano alla base della saga del clone: "svecchiare" i personaggi. La "domanda che mi nasce spontanea" è: gli eroi marvel avevano davvero bisogno di questo "svecchiamento forzato" e di una linea editoriale apposita? Non bastava chiamare gli autori di punta impegnati nel progetto ultimate sulle serie regolari? Ma soprattutto: lo zio Ben aveva davvero bisogno di quel ridicolo codino ? Scherzi a parte, tra le serie Ultimate fin qui viste nel nostro paese ci sono lavori a mio avviso ottimi (Ultimates) , buoni (X-men) e mediocri (Spider-Man) ma, leggendoli, al di la della loro qualità, non posso fare a meno di pensare che... beh... quelli non sono ne Peter, ne gli X-Men ne Nick Fury. Il mio sarà forse un giudizio troppo romantico , attaccato alle calzamaglie di eroi che mi accompagnano da una vita ma, sinceramente, di un Wolverine alto, di un Fury di colore e di un Uomo Ragno che non ha "vissuto" la morte di Gwen non so che farmene. Detto questo, mettendo un po da parte il mio conservatorismo, devo riconoscere che, almeno a giudicare dai primi due numeri, Ultimates è un vero gioiello, di più : è uno dei prodotti marvel più interessanti degli ultimi tempi ma, come suddetto, credo che molto probabilmente lo sarebbe stato anche un Avengers realizzato dagli stessi autori. Certo, così ha venduto di più: c'è l'effetto "numero uno", ci sono gli eserciti di fan che comprano tutto l'Ultimate Universe e, soprattutto, c'è il tam tam creato ad arte dalla coppia Quesada-Jemas attorno a tutto ciò che è ultimate . Un tam tam fatto ad esempio dalle voci che vogliono Morrison al lavoro su un Ultimate Fantastic Four ma anche e soprattutto dalle voci (terribili!!!!!) che vogliono un "ultimatizzazione" di tutto il Marvel Universe. Personalmente credo che quest'ultima ipotesi non sia realmente nelle intenzioni delle alte sfere Marvel (e che al contrario, un po come U-Decide, sia solo un abile mossa pubblicitaria per far parlare un po di se) ma, se mai così fosse, consideratemi "arruolato" per la "guerra di resistenza" contro l'esercito ultimate di Quesada & C. Al mio fianco un Peter Parker sposato, un Nick Fury bianco, un Logan "tappo", 40 anni di continuity e soprattutto......................................... uno Zio Ben senza codino!!!

(2/12/2002)

 

Special thanks alla redazione di elektra.too.it,

che ci ha concesso di presentare questo articolo

originariamente pubblicato sulla loro rivista.

 

   

 

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