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La saga del clone

di Danilo Puce

 

Spider-Man (c) Marvel ComicsSono gli Anni ’90. L’industria del fumetto affronta una crisi, proprio come quella dei nostri giorni. Le storie dei grandi miti, che continuano dagli anni ’60, stanno cominciando a diventare ripetitive, poco originali, ed il mercato entra in crisi. Ma al contrario dei giorni nostri, l’industria riesce a rinascere, con dei geniali colpi che calamitano l’attenzione dei fans su saghe che continuano da quasi quarant’anni ormai: la DC ci presenta la “Morte di Superman”, la Marvel la “Saga del Clone”.

La saga dei cloni dell’Uomo Ragno è il perfetto esempio di una Marvel attiva, frenetica, piena di idee e di un ottimo staff di disegnatori, scrittori ed altri artisti in grado di fare di queste idee qualcosa di grande, vivo ed imperituro.

Ma come comincia la saga del clone?

Peter Parker si trova a dover fronteggiare uno dei periodi più intensi e difficili della sua vita. Perde il migliore amico Harry Osborn, deve affrontare l’aver ritrovato e subito perso come una vana assurda illusione il ritorno dei genitori e di Gwen Stacy, ed ha un nuovo nemico da affrontare: Lo Sciacallo! Quest’ultimo è uno scienziato, ex professore di chimica di Peter, che ha creato un clone dell’Uomo Ragno.  E dopo aver affrontato il suo doppio in un metaforico scontro tra bene e male, vecchio e nuovo, un allegorico contrasto interiore all’interno dello stesso Peter, lo scontro termina con un Uomo Ragno vincitore, ed un altro Uomo Ragno gettato in una ciminiera.

Da questo momento in poi la psiche di Peter si rompe definitivamente. Il dover fronteggiare una vita che lo sottopone a dolori e prove, a massacri dai quali esce piegato e straziato, distrugge del tutto Spidey nel suo animo. Ed è questo il momento in cui l’Uomo Ragno cambia definitivamente, inizia ad arricchirsi di sfumature più oscure e violente, inizia a perdere la frizzante vitalità e l’umorismo demenziale che sempre lo avevano caratterizzato, inizia a dedicarsi del tutto alla vita da Ragno perdendo la vita di uomo comune che tanto lo aveva deluso. I fans perdono interesse, quell’Uomo Ragno non sembra più lui! Ed in effetti, ecco il colpo di scena: torna il clone di Peter Parker!

Dopo una serie di vicissitudini, nelle quali i due “sosia” si trovano anche a dover combattere fianco a fianco, un’improvvisa sorpresa stupisce i fans. Dopo risultati clinici (truccati) si scopre che Peter Parker non è il vero, ma solo un CLONE! E quello che si credeva fosse il clone, gettato nella ciminiera, è in realtà il VERO UOMO RAGNO!

E così, il Peter Parker così cambiato e diverso, ormai anche privo di poteri, accetta di essere solo un essere con dei vaghi ricordi, ma privo di una vita vera. Accetta di essere il clone.

Il presunto clone, dopo aver passato cinque anni lontano da New York, girando i peggiori ambienti, con il nome di Ben (dallo zio Ben Parker) Reilly (dalla zia May Reilly), si tinge i capelli di biondo, si finge cugino di Parker e, con un nuovo futuristico costume (dopo essere stato “Scarlet Spider”) diventa il nuovo Uomo Ragno!

Un colpo di scena pazzesco, complicato a capirsi, ad affrontare, a digerire.

I fans, gli appassionati dell’UR si dividono.

Da una parte, viene apprezzata questa nuova originalità della trama, questo nuovo fervore artistico, questi grandi colpi di genio. Viene apprezzato Ben Reilly, un personaggio nuovo e magistralmente realizzato, considerato un Peter Parker con qualcosa in più, arricchito da maggiori esperienze, dall’aver vissuto una vita esule, lontano da affetti e famiglia, trovandosi faccia a faccia con la teppa, senza una vita e con un nome fittizio. Viene apprezzato il susseguirsi di colpi di scena e la continua varietà di personaggi ed azioni.

Spider-Man (c) Marvel ComicsDall’altra parte la saga del clone viene praticamente bocciata. Viene bocciato Ben Reilly, il suo personaggio ed il suo nuove costume da Spidey. Viene bocciata la trama, specialmente il tratto di saga dedicato alla “Realtà Virtuale”, considerato decisamente mal fatto. Viene considerata troppo macchinosa la storia, troppo difficile da seguire (specialmente perché in Italia era separata la serie “UR” da quella “UR DELUXE”). E viene minacciata chiaramente la Marvel, con atti di protesta e rivolta, con la promessa di interrompere l’acquisto dei fumetti, se non si fosse riparato all’errore.

Cosa ne penso io, della saga del Clone…Sinceramente sono un reazionario, lo sono sempre stato, perché i cambiamenti eccessivi rischiano di rovinare le cose, specialmente se fatti a scopo commerciale. Ma non sono nemmeno contrario alle innovazioni. E capisco come possa essere apprezzato il lavoro degli artisti Marvel in quel periodo, fra disegni eccezionali, e storie molto interessanti e belle, come i momenti di amore fraterno e teatralizzazione del dolore interiore che troviamo nell’episodio della Redenzione di Kaine (altro clone di Peter, riuscito male).

Solo che sinceramente non apprezzo affatto il nuovo SpiderMan. Non apprezzo la mentalità di Ben Reilly, meno responsabile, non capisce l’importanza dei suoi poteri, sembra quasi utilizzarli a scopi personali, per proteggere le persone che ama o autodifendersi, ma senza i rimproveri di Peter Parker, egli non si metterebbe all’azione, se non, ad esempio, per necessità, come quando si trovò nel gioco sanguinoso organizzato da un gruppo di multimiliardari che fece scontrare gli eroi in costume.
E’ troppo sbruffone, sicuro di sé, mette in cattiva luce Peter e non è facile l’identificazione in un personaggio ambiguo come lui.

Pare inetto come supereroe, come ho detto non riesce a capire a fondo l’importanza di essere Spiderman e nemmeno sa bene come comportarsi.

Ed inoltre, le storie non riescono a dare le stesse emozioni delle vecchie storie di SpiderMan, non riesce facile comprendere ciò che accade, la trama dei cloni è in effetto poco facile da comprendere a fondo, ed è ancora più arduo osservare il protagonista in azione ed accettare il fatto che sia lui il Peter Parker che amavamo e conoscevamo, mentre il giornalista volenteroso, serio e responsabile, ora senza poteri, sia solo un clone.

In sostanza, i cambiamenti sono accettabili, e la saga del clone è veramente una delle più interessanti mai create e rappresenta uno dei momenti più fervidi di un’industria che era riuscita a salvarsi dal declino incombente, ma io di certo mi sentii sollevato quando Ben, sacrificandosi per Peter, si dissolse, dando l’ennesima prova che lui non era altro che un clone.

 

(30/3/2004)

 

   

 

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